Il panorama normativo europeo si rivela sempre più cruciale per consolidare il legame tra gli obiettivi di sostenibilità ambientale e la digitalizzazione degli edifici.
La quarta revisione della Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD IV) segna un passaggio epocale, fissando obiettivi ambiziosi sia nel medio che nel lungo termine. L'obiettivo ultimo è la decarbonizzazione completa del settore immobiliare entro il 2050, una vera e propria rivoluzione del settore costruzioni.
Ciò implica un cambiamento di paradigma significativo: si passa dalla definizione di edifici a "quasi energia zero" (nZEB) a quella di "edifici a zero emissioni".
Questo mutamento rende evidente la volontà dell'Unione Europea di incentivare ulteriormente l'efficienza energetica, promuovendo l'adozione di soluzioni tecnologiche innovative.
La roadmap delineata dalla direttiva "Case Green" è ambiziosa e serrata. Le tecnologie BACS (Building Automation and Control Systems) assumono un ruolo di primo piano, diventando obbligatorie per edifici non residenziali con una potenza termica superiore a 290 kW.
Inoltre, dal giugno 2026, anche le nuove costruzioni e le ristrutturazioni significative di immobili residenziali dovranno integrarsi con queste tecnologie per garantire maggiore efficienza e sostenibilità.
SRI: lo strumento strategico per gli edifici intelligenti
Al centro della trasformazione verso gli edifici smart troviamo lo Smart Readiness Indicator (SRI), che rappresenta un elemento cardine delle novità legislative introdotte dall'UE. Questo indicatore ha la funzione di valutare il livello di "intelligenza" degli edifici attraverso l'implementazione di tecnologie abilitanti.
L'SRI si basa su tre pilastri fondamentali:
Ottimizzazione dell'efficienza energetica: permette agli edifici di migliorare le proprie prestazioni complessive.
Adattabilità alle esigenze degli occupanti: le tecnologie consentono di personalizzare il funzionamento degli impianti in base alle preferenze e ai bisogni degli utenti.
Interazione con la rete elettrica: promuove un dialogo flessibile tra gli edifici e il sistema elettrico, agevolando l'integrazione delle energie rinnovabili.
Sebbene se ne parlasse da anni, il ruolo dell'SRI mancava di una collocazione normativa chiara e vincolante. Oggi, invece, la sua importanza è riconosciuta a livello europeo.
Entro giugno 2027, infatti, sarà pubblicato un atto delegato ed esecutivo che riporterà i risultati dei test effettuati dagli Stati membri.
Per rispettare questa scadenza, le attività sperimentali dovranno essere completate entro giugno 2026, garantendo così un quadro normativo consolidato e operativo.
Perché cogliere questa opportunità?
Il percorso tracciato dallo Smart Readiness Indicator (SRI) rappresenta una svolta cruciale per il futuro degli edifici e dell'efficienza energetica a livello globale. La transizione verso edifici intelligenti non è solo una risposta agli obiettivi di sostenibilità imposti dalle normative europee, ma anche un'occasione per rivoluzionare il modo in cui gli immobili vengono progettati, utilizzati e gestiti.
L'introduzione dell'indice SRI consente di perseguire una duplice strategia: ottimizzare l'efficienza energetica degli edifici e migliorare il comfort degli occupanti.
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