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Direttiva “Casa Green” e Deal europei: quali sono i nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni

È passato quasi un anno dall’approvazione del Parlamento Europeo e ora entra ufficialmente in vigore la direttiva “Energy performance of building directive” che impone obiettivi a medio e lungo termine atti a ridurre le emissioni europee di gas clima-alternanti.

È fissato al 2050 l’obiettivo di neutralità climatica che l’UE si è prefissata di raggiungere a partire da dicembre 2019. Rendere l’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050 è uno degli impegni vincolanti della normativa europea sul clima.

Uno degli obiettivi principali è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Una decarbonizzazione sostanziale del settore energetico che sarà fondamentale per mitigare il cambiamento climatico.

Un viaggio di certo ambizioso che richiede l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative che possano guidare tutti i paesi verso questa trasformazione.


Direttiva “Casa Green”: edifici a zero emissioni e stop alle caldaie

Una delle misure messe in campo dall’UE è la direttiva Casa Green. Essa prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni e dotati di pannelli solari e fotovoltaici a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033.

Kadri Simson, Commissaria per l’Energia dell’UE, ha dichiarato:


Gli edifici sono il settore più energivoro in Europa. Consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra. Inoltre, gli immobili meno efficienti consumano dieci volte più energia di quelli nuovi o ben ristrutturati.


La direttiva stabilisce, inoltre, che entro il 2035 sia vietato utilizzare combustibili fossili per il riscaldamento domestico, con l’abolizione degli incentivi per l’installazione di caldaie a metano già dal 2024.


La situazione italiana

Secondo i dati raccolti dalla Commissione Europea, circa il 75% del parco immobiliare è europeo è inefficiente secondo le nuove linee.

In Italia, però, grazie agli standard nZEB (Nearly Zero Energy Buildings) introdotti nel 202, la situazione è di poco migliore rispetto agli altri Stati membri: il 74% delle abitazioni, infatti, appartengano a classi energetiche inferiori alla D, ovvero il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E.

Quindi risulta evidente come ci sia ancora molto da fare.

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